Il Tartufo Nero di Fragno o Tuber Uncinatum Chatin è una varietà di tartufo simile al Tartufo Nero Estivo o Tuber Aestivum ma con proprietà estremamente più preziose e ricercate in cucina, dato il suo profumo intenso e gradevole. A livello macroscopico si diversifica dal Tartufo Estivo per la polpa interna o GLEBA dal color nocciola fino al marrone scuro cioccolato attraversata da fitti filamenti sottili biancastri e dalla "buccia" esterna chiamata PERIDIO con verruche presenti ma meno pronunciate.
A livello microscopico presenta spore ellittiche con reticolo ben pronunciato, ampiamente alveolate riunite in asco in numero fino a 5, presentano papille lunghe e ricurve ad UNCINO.Il periodo di maturazione va da Settembre a Dicembre.
Raccolto da decenni dai "tartufini", i cavatori dell'Appennino Parmense, il Tartufo Nero di Fragno è stato riconosciuto nel 1991 con la legge nazione n.162 come varietà distinta dal Tuber Aestivum.
Prende il nome dalla frazione di Fragno, nel comune di Calestano in provincia di Parma, frazione posta fra la Val Parma e la Val Baganza, zona caratterizzata dalle conformazioni geologiche a Flysh un complesso di rocce sedimentarie di origine calcarea e marnosa il cui sfaldamento genera e alimenta terreni che sono congeniali per lo sviluppo di questo tartufo. Il Tartufo Nero di Fragno predilige terreni morbidi, umidi ma privi di ristagni d'acqua, generalmente esposti a nord, in simbiosi con piante di roverella, carpini neri, cerri, faggi e noccioli.
Il Tartufo Nero di Fragno sta vivendo anni difficili, infatti la raccolta negli anni sta calando sempre più. Fra le cause più comuni vi sono le scarse precipitazioni annuali, le operazioni di cavatura eseguite negli anni non sempre idonee, la sempre meno diffusione di quelle specie animali, come i cinghiali, che fungono da diffusori naturali delle spore del tartufo.L'associazione vuole quindi promuovere tutte quelle attività volte alla tutela e produzione del Tartufo Nero di Fragno.
La coltivazione di questo tartufo utilizzando le migliori tecniche di micorrizazione ed ecotipi locali, permetterebbe la tutela del prodotto e del nostro ambiente.
